Natale in Francia: tre dessert tipici da provare
Quale momento migliore del Natale in Francia per assaporare un ottimo dessert tipico? Chi dice Francia dice infatti gastronomia, in particolare pasticceria. Il paese dei croissants e dei fondants au chocolat non può di certo permettersi di sfigurare, in particolar modo durante le feste.
Per parlare dei dolci tipici francesi non basterebbero intere settimane, ma sotto Natale è impossibile non menzionarne almeno tre: la Bûche de Noël, la Galette des rois ed i tredici desserts provenzali.
Bûche de Noël
La bûche de Noël, letteralmente “tronchetto di Natale” è un dolce istituzionale sulle tavole natalizie francesi, al pari di pandoro e panettone. A base di pan di spagna, è farcito con crema pasticceria o al cacao ed arrotolato, in modo da ottenere la forma di un tronchetto. Le venature tipiche del legno vengono realizzate con una crema al burro oppure una glassa, solitamente al cioccolato. La bûche viene poi decorata in vario modo, con pupazzetti, funghetti di zucchero oppure foglioline di agrifoglio finte.
Negli anni la ricetta della bûche de Noël ha subito molte originali variazioni. Nelle migliori pasticcerie è molto semplice trovare bûches ai frutti di bosco, al pistacchio, al limone, con base di cialda o di biscotto, oppure con gelato, panna o mousse. Vorreste provare a prepararla in casa? Una ricetta alla portata di tutti è proposta dal grande Cyril Lignac, uno dei migliori pasticcieri francesi contemporanei: cliccate qui per scoprirla.
Se mai nella vita condividerete una bûche con dei francesi, aspettatevi senza dubbio la battuta: “Cos’è, un kloug?”. Tranquilli, non è di certo un’offesa, ma solo un riferimento cinematografico che merita di essere conosciuto. Per sapere quale, non perdetevi assolutamente il film Le père Noël est une ordure, autentico cult del cinema francese da guardare rigorosamente in lingua originale. Dopo averlo visto… fidatevi, non chiamerete mai più una bûche nello stesso modo!
Galette des Rois
Se l’Epifania si porta via tutte le feste, la bontà della Galette des rois ci conduce con dolcezza verso l’addio al Natale. Questo dolce profumato e fragrante accompagna le tavole, le aziende e gli uffici francesi dal 6 gennaio fino alla Chandeleur di febbraio, per poi lasciare spazio alle tradizionali crêpes.
Oltre ad essere un simbolo della festa dell’Epifania, la Galette des rois diventa una scusa per ritrovarsi ed augurare un felice anno nuovo ad amici, parenti e colleghi. Chi ha vissuto in Francia avrà partecipato almeno una volta ad una sontuosa “galette aziendale”, magari accompagnata da sidro fresco e champagne.
Perché la galette des rois è così speciale?
La ricetta è molto semplice: due dischi di pasta sfoglia farciti con uova, burro, zucchero e mandorle tritate, ed in seguito dorati al forno. L’aspetto ricorda la corona dei re magi e per questo che, più che durante il Natale in Francia, questo dessert regna sovrano all’Epifania. Anche in questo caso, pasticcerie e boulangeries propongono mille varianti: cioccolato, nocciole oppure composta di mele sono le più comuni. Ma qualcosa di veramente speciale è nascosto all’interno della galette: la famosa fève, un pupazzetto di ceramica che porterà tanta fortuna a chi lo troverà.
Anche la distribuzione del dolce segue un rituale molto particolare: il più giovane della tavolata deve nascondersi sotto il tavolo e, ad occhi chiusi e senza barare, decidere a chi spetta ogni singola fetta. Chi la troverà riceverà il titolo di re o regina della giornata e si guadagnerà l’esclusiva coroncina di cartone che accompagna la galette. Ad ogni galette des rois che si rispetti, ci si chiede sempre chi sarà il fortunato ad avere la corona… ed a rischiare di spaccarsi un dente con la fève!
I tredici dessert della Provènce
Quest’ultima tradizione è tipica del Natale provenzale, nel sud della Francia, dove i tredici dessert sono i grandi protagonisti della tavola. Vengono consumati in occasione della cena della vigilia, nota come “Lou gros soupà”. La degustazione inizia dopo la mezzanotte, al ritorno dalla Messa di Natale.
Nonostante la laicità della Francia, i tredici dessert hanno un significato religioso profondo. La scelta del numero non è casuale, perché essi sono tredici come Gesù Cristo ed i suoi apostoli. Anche la disposizione è strategica, dal momento che i dolci sono serviti su dei tavoli con tre diverse tovaglie bianche, che simboleggiano la Trinità.
Dei tredici dessert provenzali, sette non possono mai mancare:
- quatre mendiants, i quattro mendicanti che corrispondono a quattro ordini religiosi: uva passa per i dominicani, nocciole o noci per gli agostinani, mandorle per i carmelitani ed infine fichi secchi per i francescani:
- pompe à huile, brioche a base d’olio di oliva, profumata ai fiori d’arancio. Tradizione vuole che venga spezzata rigorosamente come le mani, come Gesù durante l’Ultima cena. Ma c’è anche della superstizione: incidere la pompe à huile con un coltello causerebbe infatti gravi problemi economici!
- datteri, che rappresentano l’Oriente da cui provengono i Re Magi;
- torrone bianco e nero, a simboleggiare il bene ed il male.
Tra i sei elementi “facoltativi” dei tredici dessert troviamo una vasta gamma di frutta e dolcetti: prugne, arance, mandarini, canditi, biscotti provenzali come i casse-dents ed i biscotins ma soprattutto i calissons di Aix-en-provence, a base di pasta di mandorle e glassa.
Nella frenesia della modernità e della vita quotidiana, è bellissimo notare come certe tradizioni vengano mantenute e rispettate. E le tradizioni pâtissières natalizie possono senza dubbio rendere molto fiera la Francia!